Buon esito del Convegno sulla Dislessia a Novara

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Si è svolto sabato 28 aprile al mattino l’atteso convegno sulla dislessia, promosso dalla Scuola Pier Lombardo, dall’AID sezione di Novara e dalla nostra Associazione, presente con l’intervento di Lino.

Il convegno voleva fare il punto della situazione alla luce della legge 170 dell’ottobre 2010 e dei successivi decreti attuativi del luglio 2011. Buona la partecipazione del pubblico, anche se mancavano tante famiglie e tanti insegnanti; purtroppo è difficile togliere alcune incrostazioni mentali di chi crede che la dislessia sia un handicap e non semplicemente un disturbo dell’apprendimento.

I lavori sono stati aperti dal Prof. Ferro, preside del Pier Lombardo che ha illustrato i temi della giornata e la scaletta degli interventi.

Lino nel suo intervento ha posto l’accento sull’importanza della famiglia, di come sia essenziale il legame tra genitori e figli dislessici. I bambini hanno bisogno di recuperare la propria autostima, devono sentire l’amore degli altri, il loro supporto quando cadono, mantenendo piena fiducia; solo così potranno trovare la loro via e la soluzione ai loro problemi. Ha spiegato poi come generalmente i metodi tradizionali di insegnamento riducono le potenzialità del bambino anzichè stimolarle.

Il prof. Termine si è soffermato sulla legge 170, ribadendo come questa rappresenti un punto di partenza e non di arrivo, la scuola ha ancora un lungo percorso da fare che deve essere assolutamente fatto insieme le famiglie. Nelle molte diapositive ha illustrato le difficoltà di lettura dei dislessici, gli esempi di interpretazione e messa a punto della legge 170.

La dottoressa Custer ha ampiamente illustrato il PDP, piano didattico personalizzato, che deve essere approntato dalla scuola nei primissimi mesi e condiviso dalla famiglia, in una specie di patto a supporto del processo formativo dello studente, ed ha spiegato come talvolta venga visto come un mero documento burocratico da compilare e mettere in un cassetto. Anche l’intervento della dottoressa Custer ha voluto mettere in primo piano quanto la scuola sia ancora molto rigida da questo punto di vista e quanto la strada sia ancora lunga ed impervia.

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Per ultimo l’intervento della dott.ssa Chiarinotti, a nome della sezione AID di Novara, che ha focalizzato l’attenzione sulla storia dell’associazione, sulla importanza che ha per la famiglia.

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(articolo di: nicoletta)

Buon esito del Convegno sulla Dislessia a Novaraultima modifica: 2012-05-01T08:53:00+02:00da pagineecolori
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3 pensieri su “Buon esito del Convegno sulla Dislessia a Novara

  1. Il convegno è stato molto interessante! Dell’intervento di Cristiano Termine, oltre a quello che hai scritto nel post, mi è piaciuto molto come abbia sottolineato il fatto di partire dalle cose positive che un alunno con DSA sa fare, senza limitarsi all’elenco delle sue difficoltà. In questo modo l’insegnante è già portato a valorizzare l’alunno e a non vederlo solo come un caso problematico. Anche la Custer ha insistito sul rinforzo positivo e sul ridimensionamento da attribuire al voto che non deve essere umiliante. Già da qualche tempo, infatti, mi chiedo: che senso ha graduare l’impreparazione di un alunno con voti da 0 a 4? A che cosa serve solo comunicare alla famiglia che il ragazzo è impreparato? Da tempo mi chiedo, come insegnante e come mamma: l’insegnante che cosa fa per aiutare i ragazzi in difficoltà? Limitarsi solo ad assegnare un voto negativo, non serve! L’alunno che non raggiunge la sufficienza deve essere aiutato! Se non studia, può darsi che non sia in grado per ansia da prestazione o perché non riesce a organizzarsi o perché ha delle difficoltà di apprendimento A volte alcuni insegnanti si atteggiano a piccoli re tirannici e non ascoltano ragioni, pensando, a torto, di essere sempre nel giusto! Non si mettono mai in discussione, ripensando a metodologie e strategie didattiche, al loro modo di spiegare e graduare le difficoltà, offrendo un po’ di empatia e di professionalità. Quanto ciò aiuterebbe i ragazzi e li sosterrebbe nel faticoso percorso dell’apprendimento scolastico. Non ci si chiede mai perché i ragazzi sanno tutto in merito alle figurine del calcio o degli animali che collezionano o dei gruppi musicali del momento. Imparano perché provano piacere! E allora, perché non provare anche a scuola a interessarli facendo leva sul piacere di apprendere e sostenendoli con strategie adatte quando presentano difficoltà? Chi meriterebbe l’insufficienza, se non è in grado di ripensare al proprio modo di insegnare?

    • Salve, anch’io sono stata al convegno. Sono rimasta un pò delusa perchè mi aspettavo maggiore partecipazione. Degli insegnanti dei miei figli neanche l’ombra! Boh, avranno avuto altro da fare. Che non mi vengano a dire di essere impreparati sui DSA!! Ma tornando al convegno, anch’io l’ho trovato interessante. Condivido tutto quello che hanno detto il dott. Termine, la Custer e gli altri. Il PDP non è solo un documento da redigere, ma va pensato ed elaborato a partire dai punti di forza dell’alunno, e soprattutto va applicato. La scuola non può abbassare lo sguardo e far finta che tutto vada bene, non può pensare che non esistono i DSA o che siano la “moda” del momento!Deve prenderne atto e deve mettere in campo le risorse necessarie, affinche sia garantito il diritto allo studio e il successo scolastico di tutti gli studenti. Mi sono immedesimata molto nelle parole del genitore dell’associazione pagine e colori. Ha ragione, i nostri figli vanno amati sopra ogni cosa, incondizionatamente. Bisogna dargli fiducia e fargli sentire che possono fare tutto ciò che vorranno , perchè è così! Si realizzeranno se non perderanno la fiducia in se stessi, la grinta per affrontare con coraggio le esperienze della vita. Diamogli quella “base sicura” di cui parla Bowlby, da cui partire per affacciarsi nel mondo esterno e a cui possano ritornare sapendo per certo che saranno nutriti sul piano emotivo.Essere disponibili, pronti a incoraggiare e dare sostegno. Si realizzeranno se incontreranno persone/insegnanti capaci di stimolare e valorizzare le loro potenzialità.Utopia? Spero di no! Vorrei fare un osservazione sull’ultima parte del commento di Katerina. Il piacere di apprendere può essere insegnato solo da chi vive l’insegnamento con passione. Quella vera! Ma forse la passione ha ceduto il posto all’illusione di essere il migliore, illusione che non lascia spazio a dubbi ma solo a certezze. In un mondo in cui regna il caos, mettere in discussione il proprio modo di insegnare è troppo faticoso, qualche certezza bisogna difenderla. Sopravvivenza. Ovviamente spero proprio di sbagliarmi e spero di incontrare insegnanti che abbiano a cuore il benessere degli alunni, e non solo teoricamente.

  2. Sono stata anche io al convegno è stato molto istruttivo per me che sono una mamma al primo inizio di questo percorso con mia figlia .Quest’anno scolastico ho ottenuto dall’asl il riconoscimento discalculia e disortografia( con preventiva seduta dalla Dotssa Custer) per mia figlia di 9 anni e vorrei chiedervi ora consigli per essere ancora piu attenta i metodi per aiutare mia figlia. grazie a tutti i quali mi risponderanno.

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