I Musicanti di Brema di Claudia Palmarucci – Orecchio Acerbo

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UNA BANDA POPOLARE, UN CANTO POPOLARE

Un asino spossato cronico, un cane rachitico, un gatto semicieco, un gallo da brodo. Hanno lavorato una vita intera ma adesso, esausti, non ce la fanno più. Per i padroni, che se ne sono serviti fino allo sfinimento, senza mai dar loro tregua né carezze, sono diventati un peso, inutili bocche da sfamare di cui liberarsi al più presto.

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Condannati a morte certa, fuggono lontano per inventarsi una vita. Ma la traversata è tremenda, la notte gelida, la fame acuta. Immancabili, i briganti. Che nella rilettura di Claudia Palmarucci vestono in giacca e cravatta, abitano in una tana di lusso, mangiano in piatti d’argento. Briganti ricchi e stimati, impeccabili.

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Briganti per bene. Così per bene, che sembrano ricordare tanti briganti del nostro tempo.

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Con questo libro, edito da Orecchio Acerbo e superbamente illustrato da una giovanissima Claudia Palmarucci, auguriamo a tutti un buon Primo Maggio !

(blogger lino-526)

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L’autobus di Rosa (Fabrizio Silei e Maurizio Quarello) – Orecchio Acerbo

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La casa editrice Orecchio Acerbo ha pubblicato un bellissimo albo illustrato per bambini dai nove anni in su realizzato insieme ad Amnesty international.

Si narra la storia di una donna nera, Rosa Parks, gracile e decisa, che ebbe la forza di opporsi ad una ingiustizia che riguardava lei in quel frangente, ma anche milioni di altre persone, raccontato con rimorso, vergogna e commozione da chi in quel giorno, pure essendo accanto a lei sul bus, non ebbe lo stesso suo coraggio e determinazione. Un viaggio a ritroso nel passato dell’America, fatto in un giorno emblematico per la nazione, l’elezione del primo presidente afroamericano, Barack Obama.

Negli Stati Uniti fino agli anni Cinquanta la segregazione nei confronti degli afroamericani era spesso sancita dalla legge. Esistevano scuole per bianchi e scuole per neri, locali pubblici, come bar e ristoranti, che vietavano l’ingresso alle persone di colore. Negli autobus, come successe in quello di Rosa Parks, i neri erano tenuti a cedere il loro posto ai bianchi qualora questi non avessero dove sedersi.

Rosa Parks divenne immediatamente un simbolo per il movimento per i diritti civili. Il suo singolo no diventò subito il no di tutti.

L’autobus di Rosa Parks divenne il simbolo delle lotte civili ed il racconto di quella giornata che cambiò la Storia, diventa memoria storica da tramandare ai nostri ragazzi.

(blogger lino-526)

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L’Albero di Anne di Irene Cohen-Janca

anne franck,shoah,sterminio ebreiE’ un libro uscito nel gennaio 2010 pubblicato da Orecchio Acerbo. Ha ricevuto vari riconoscimenti ed ancora oggi vale la pena leggerlo perchè è un modo delicato di raccontare la Shoah.

La storia è raccontata dall’ippocastano che vive nel giardino al numero 263 di Prinsengraght. Malato, teme che con lui muoia il ricordo di Anne, e scrive per combattere l’oblio.

“Un male terribile invadeva il mondo. Tutto era diventato vietato per quelli che, come lei, erano ebrei. A partire dal 1940, era vietato:
AVERE UNA BICICLETTA/PRENDERE L’AUTOBUS E IL TRAM/CORRERE PRIMA DELLE 3 E DOPO LE 5/ANDARE IN PISCINA/GIOCARE A TENNIS O A HOCKEY/FARE CANOTTAGGIO/ANDARE AL CINEMA O A TEATRO/RIPOSARSI NEL PROPRIO GIARDINO DOPO LE 8 DI SERA/FREQUENTARE SCUOLE CHE NON FOSSERO EBREE/ANDARE DA PARRUCCHIERI CHE NON FOSSERO EBREI/USCIRE SENZA LA STELLA GIALLA CUCITA SUL VESTITO.
Vietato… Vietato… Vietato… E poi un giorno: VIETATO ESISTERE. Così un lunedì, più precisamente il 6 luglio del 1942, sotto una pioggia battente, a piedi e con “un mucchio di vestiti infilati l’uno sull’altro, perché non possono trasportare valigie senza apparire sospetti”, Anne Frank e la sua famiglia arrivano nell’alloggio clandestino di Prinsengracht. Nell’intimità della soffitta, sbirciando dal lucernaio le stagioni passare, attraverso i mutamenti dell’Ippocastano, Anne scrive le pagine del suo diario, l’ultima il 1° agosto1944, un martedì. Tre giorni dopo, quattro agenti della Grüne Polizei fanno irruzione nell’alloggio, degli otto abitanti della casa solo il padre di Anne è sopravvissuto…”

Descrivendo l’albero che sbirciava di nascosto dalla soffitta, Anne seguiva il corso del tempo, il mutare delle stagioni e di se stessa, del suo corpo e dei suoi pensieri. Per un recluso, un albero solo significa la natura intera.

Da leggere per non dimenticare la tragedia nella tragedia dell’infanzia vittima della Shoah, per aiutare bambini e ragazzi a capire cosa significa davvero la data del 27 gennaio, a dare un senso alle parole della legge che istituisce il Giorno della Memoria, “al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte.”

L’albero di Anne ci aiuta a ricordare.

 L’albero di Anne di Irene Cohen-Janca

casa editrice Orecchio Acerbo

illustrazioni di Maurizio C. Quarello

gennaio 2010

dai 9 anni in su

 

(blogger lino-526)

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