La prima cosa che la lettura insegna…

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Forse non ci pensiamo mai, ma è proprio così. La lettura ci insegna a come stare da soli. Da soli in serenità, in armonia con noi stessi. Spesso pensiamo allo stare da soli come ad uno stato di ansia, ad una condizione di disagio, di isolamento umano. Ma stare da soli significa soprattutto vivere un intimo dialogo con se stessi, in pace. Ed ecco che la lettura ci insegna anche a riappropriarci di questo dialogo. Semplicemente.

(articolo di: mgdosio)

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Mai dire nativi digitali

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Il mondo digitale è un mondo affascinante e di gran moda anche per i più piccoli. E il mondo di Internet, la “rete”, il “web”, è un mondo all’interno del quale i bambini si muovono da assoluti autodidatti con tutti i problemi che ne conseguono.
Come aiutare i piccoli ad affrontare la rete con attenzione e responsabilità senza spegnere gli entusiasmi?

Innanzi tutto, dicono gli esperti, il bambino deve prima imparare a leggere e a scrivere. Esistono sussidi didattici elettronici e minicomputer studiati appositamente per i più piccoli, divertenti e stimolanti, che possono soddisfare la loro curiosità rispetto al mondo digitale, che non si connettono in rete essendo ancora troppo giovani per poterlo fare, ma che allo stesso tempo non negano il rapporto con l’elettronica e li aiutano con divertimento ad apprendere il linguaggio e a far di conto.

Saper leggere e scrivere sono strumenti indispensabili da acquisire prima di approcciarsi al web: oltre ad essere indispensabili per comprendere i contenuti stessi della rete, sono strumenti essenziali per muoversi in un mondo assai complesso, dal quale i piccoli rischiano di ricavare solo tanta confusione.

Leggere e scrivere è dunque importante ma ancora non basta: il piccolo deve anche essere almeno minimamente in grado di discernere. Sembra scontato? Forse, ma di solito a questo non ci si pensa. Se infatti la rete è un potenziatore di possibilità, è anche un volano di rischi latenti per i bambini, che sono ancora impreparati a comprendere i meccanismi di causa ed effetto.

Altro punto cruciale: la preparazione, ma questa volta quella degli adulti. L’alfabetizzazione informatica dell’adulto che deve seguire il bambino è elemento importantissimo, purtroppo in Italia ancora carente.

Sono tutte problematiche che meritano qualche momento in più di riflessione da parte di noi adulti. Spesso alcune cose vengono sorvolate. Spesso considerare i piccoli come “nativi digitali che usano istintivamente il computer come fossero piccoli geni” è un facile alibi e una giustificazione inutile e rischiosa (anche noi quando siamo nati esisteva già l’automobile, ma non per questo a sette anni ci è stato permesso di metterci al voltante!).

Fermiamoci un attimo allora, e pensiamo. E non dimentichiamo mai di anteporre la lettura di un bel libro illustrato all’uso del computer.

I DATI DIFFUSI DAL MOIGE (Movimento Italiano Genitori):

Da un’indagine condotta dal professor Tonino Cantelmi dell’università Lumsa, su un campione di circa 1000 scolari delle scuole elementari, medie e superiori, è emerso che 9 minori su 10 (l’87,8%) navigano in rete quotidianamente. Il 18% degli intervistati afferma di trascorrere in rete più di 3 ore al giorno: di questi, 5 su 10 (50,5%) ha dagli 11 ai 13 anni. Sono invece circa l’8% i bambini che si connettono ad Internet per più di 5 ore e hanno meno di 10 anni.

È aumentata anche la disponibilità di utilizzo del mezzo: 9 bambini su 10 dispongono di un computer a casa, ma il 39,4% utilizza il computer portatile da solo e il 29,9% usa il mezzo in solitudine dalla propria camera da letto.

Non lo studio, ma la socializzazione ed il divertimento sono azioni privilegiate: solo 1 su 10 si connette per studiare e fare ricerche, tutte le altre motivazioni rimandano ad aspetti ludici come chattare (24%), giocare, ascoltare musica, guardare immagini e qualche volta ad attività illecite come scaricare film e musica. Il 5% risponde di preferire Internet a uscire con gli amici e il 16% dichiara di connettersi per distrarsi da emozioni famigliari spiacevoli.

Internet è diventato un ‘luogo’ di incontri virtuali: di fatto il 26% degli intervistati lo utilizza per cercare nuove amicizie, il 15% dei ragazzi afferma di possedere in egual numero ‘amici’ su Internet rispetto al mondo reale e addirittura l’8% afferma di possederne di più nel mondo del web. I Social Network sono molto utilizzati: 6 su 10 (61%) dei ragazzi intervistati dichiara essere iscritto. Facebook la fa da padrone: quasi 9 ragazzi su 10 sono presenti.

Le misure di controllo e prevenzione adottate dai genitori sono molto blande: solo il 18,6% impartisce aiuto e limiti di tempo nell’utilizzo del computer ai loro figli contro il 35% che non si è mai posto questo problema.

Mentre l’11% dei ragazzi dichiara di visitare siti non adatti alla loro età, sono il 20% coloro che affermano di cancellare la cronologia sul computer per non farla vedere ai propri genitori. Inoltre, un minore su tre (30%) afferma di utilizzare identità fittizie quando è collegato e il 28% (uno su tre) ha fatto amicizia con estranei.
(dati www.interno.gov.it febbraio 2014)

Approfondimenti:
www.fondazioneibm.it/la-ricerca-bambini-e-computer
www.saferinternet.org
www.giovaniemedia.ch/it/opportunita-e-rischi.html
pagineecoloriassociazione.myblog.it/2013/05/12/i-libri-amici-dei-bambini

Manuale per i genitori:
img.poliziadistato.it/docs/brochure_web_amico.pdf

Alfabetizzazione informatica per bambini e genitori:
www.fabbriscuola.it/hyfabbri/computer/computer.html
www.bambini.it/corsbase.PDF
www.cheforte.it/che-forte-navigare-sicuri/se-tuo-figlio-ti-chiede-che-cos-e-internet.html
www.ilveliero.info/internet_per_bambini/sitografia.htm

(articolo di: mgdosio)

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I libri amici dei bambini

I libri amici dei bambini

I libri stimolano lo sviluppo cognitivo dei bambini, lo dicono i medici dell’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica e non solo loro: il libro offre ai bambini piccoli un’opportunità in più per crescere, in quanto li aiuta a sviluppare prima e meglio non solo le loro capacità intellettive, ma anche il modo di relazionarsi con il mondo esterno. I libri aiutano a sviluppare creatività, memoria e abilità cognitive complesse, perché durante la lettura il bambino svolge un ruolo “attivo”, a differenza di altre situazioni come ad esempio davanti alla tv dove i bimbi rimangono “passivi”. Anche in questa epoca ipertecnologica il libro rimane uno strumento insostituibile, sebbene qualcuno la pensi diversamente: si crede che i mezzi moderni come i computers possano sostituire qualsiasi libro cartaceo e persino le enciclopedie. Niente di più falso: il computer e le reti informatiche non sono mezzi adatti ai bambini piccoli, i quali senza idonea alfabetizzazione li utilizzano in modo assolutamente inconsapevole e non ne traggono alcun vantaggio intellettivo. Anzi, ne ricavano solo tanta confusione.

Gli studi di pedagogia hanno mostrato l’importanza di coinvolgere i bambini nella lettura dei libri persino in età prescolare: il genitore che legge a voce alta al bambino fin dai primi anni di vita gli regala uno sviluppo cerebrale migliore e più completo, e rafforza anche il rapporto affettivo.

L’argomento è assai complesso, ma assolutamente interessante anche per chi non ha figli: capire quanto è utile leggere è qualcosa che ci coinvolge tutti.

Per approfondire l’argomento:

(articolo di: mgdosio)

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Maria Montessori

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“Conviene che egli cresca e che io diminuisca”

“Il più grande segno di successo per un insegnante è poter dire:
I bambini stanno lavorando come se io non esistessi”.

Con queste frasi vorrei ricordare una grande educatrice che amava ripeterle, Maria Montessori, di cui oggi ricorrono 142 anni dal giorno della sua nascita.

Nota per il “metodo Montessori” da lei elaborato inizialmente per i bambini con difficoltà di apprendimento, ancora oggi è una figura molto attuale. Maria pian piano si rese conto che il suo metodo era molto valido e perciò lo estese a tutti i bambini. Lo scopo è quello di rispettare il bambino e i suoi tempi di apprendimento, di farlo essere parte attiva del processo, attraverso la manipolazione, la sperimentazione diretta che lo porterà all’acquisizione di abilità e di conoscenze.

“Le mani sono gli strumenti propri dell’intelligenza dell’uomo”

“L’attività individuale è l’unico fattore che stimola e produce sviluppo”

Nata il 31 agosto del 1870 a Chiaravalle, un paese in provincia di Ancona, Maria alle elementari non brillava troppo nel suo rendimento scolastico, anche a causa di qualche problema di salute. Verso gli 11 anni, però, cominciò ad appassionarsi alle materie scientifiche e proseguì gli studi conseguendo la laurea in Medicina.Oggi sembrerebbe un bel traguardo, ma non eccezionale, però per quei tempi lo era, perché erano veramente poche le donnea cui era consentito studiare e conseguire un titolo universitario. Maria sfruttò quellalaurea e si impegnò nel campo della medicina e del disagio sociale.E’ stata una donna volitiva che ha dato un contributo notevolissimo nel campo dell’educazione.

Molti di noi le sono debitori, in primis le aziende che producono giocattoli per la prima infanzia, ispiratesi ai suoi strumenti: i cubi da impilare, le perle da infilare, gli incastri piani e solidi… Numerosi i materiali strutturati utilizzati ancora oggi per l’insegnamento: i numeri e le lettere smerigliate, l’alfabetiere mobile, la scatola di gradazione dei colori e delle forme, le scatole dei rumori… Fanno parte del suo metodo per l’educazione linguistica “le nomenclature classificate” con i relativi esercizi, utili per l’arricchimento del linguaggio, i giochi grammaticali e di lettura interpretata.

Riporto dai miei appunti la famosa lezione dei tre tempi che è un metodo rapido che consente al bambino la facile memorizzazione delle parole che servono per fissare i concetti. Le tre fasi:

1) presentazione dell’oggetto o enunciazione di un concetto

(Es.: Questo è rosso, l’altro è giallo)

2) riconoscimento

(Qual è rosso? Qual è giallo?)

3) ricordo

(Questo com’è?)

Concludo con alcune frasi che meglio rappresentano la sua idea di educazione.

“Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo”

“Non possiamo creare osservatori dicendo ai bambini:” Osservate !”, ma dando loro il potere e i mezzi per tale osservazione, e questi mezzi vengono acquistati attraverso l’educazione dei sensi”

“L’ambiente deve essere ricco di motivi di interesse che si prestano ad attività e invitano il bambino a condurre le proprie esperienze”

“Una prova della correttezza del nostro agire educativo è la felicità del bambino”

“Il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità”

Maria Montessori

Anche Google ricorda questa grande maestra, dedicandole il doodle odierno che rappresenta alcuni degli strumenti educativi da lei utilizzati.

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(articolo di: katerina)

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