La Carta dei diritti dei bambini all’arte e alla cultura

La “Carta dei diritti dei bambini all’arte e alla cultura”, nata da un’idea di un gruppo che si occupa di cultura per l’infanzia e la gioventù (“La Baracca – Testoni Ragazzi”), e sostenuta da privati e istituzioni, è stata presentata a Bologna il 3 marzo 2011.

La Carta, tradotta in 27 lingue e destinata ai bambini di tutto il mondo, è ispirata al principio di base per cui “i bambini hanno diritto a partecipare all’arte in tutte le sue forme ed espressioni, a poterne fruire, praticare esperienze culturali e condividerle con la famiglia, le strutture educative, la comunità, al di là delle condizioni economiche e sociali di appartenenza”.

I 18 articoli di cui è costituita sono in linea con i principi costituzionali italiani ed internazionali.

I bambini hanno diritto:

1) ad avvicinarsi all’arte, in tutte le sue forme: teatro, musica, danza, letteratura, poesia, cinema, arti visuali e multimediali;

2) a sperimentare i linguaggi artistici in quanto anch’essi saperi fondamentali;

3) a essere parte di processi artistici che nutrano la loro intelligenza emotiva e li aiutino a sviluppare in modo armonico sensibilità e competenze;

4) a sviluppare, attraverso il rapporto con le arti, l’intelligenza corporea, semantica e iconica;

5) a godere di prodotti artistici di qualità, creati per loro appositamente da professionisti, nel rispetto delle diverse età;

6) ad avere un rapporto con l’arte e la cultura senza essere trattati da consumatori ma da soggetti competenti e sensibili;

7) a frequentare le istituzioni artistiche e culturali della città, sia con la famiglia che con la scuola, per scoprire e vivere ciò che il territorio offre;

8) a partecipare a eventi artistici e culturali con continuità, e non saltuariamente, durante la loro vita scolastica e prescolastica;

9) a condividere con la famiglia il piacere di un’esperienza artistica;

10) ad avere un sistema integrato tra scuola e istituzioni artistiche e culturali, perché solo un’osmosi continua può offrire una cultura viva;

11) a frequentare musei, teatri, biblioteche, cinema e altri luoghi di cultura e spettacolo, insieme ai propri compagni di scuola;

12) a vivere esperienze artistiche e culturali accompagnati dai propri insegnanti, quali mediatori necessari per sostenere e valorizzare le loro percezioni;

13) a una cultura laica nel rispetto di ogni identità e differenza;

14) all’integrazione, se migranti, attraverso la conoscenza e la condivisione del patrimonio artistico e culturale della comunità in cui vivono;

15) a progetti artistici e culturali pensati nella considerazione delle diverse abilità;

16) a luoghi ideati e strutturati per accoglierli nelle loro diverse età;

17) a frequentare una scuola che sia reale via d’accesso a una cultura diffusa e pubblica;

18) a poter partecipare alle proposte artistiche e culturali della città indipendentemente dalle condizioni sociali ed economiche di appartenenza, perché tutti i bambini hanno diritto all’arte e alla cultura.

La pubblicazione dedicata al progetto, in versione multilingue, è edita da Pendragon.
www.facebook.com/Carta-dei-diritti-dei-bambini-allarte-e-alla-cultura

(articolo di: mgdosio)

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Anche a Novara “One billion rising”: flash mob contro la violenza sulle donne

Si è svolto anche a Novara, venerdì 14 febbraio 2014, la manifestazione “One billion rising”, iniziativa promossa per dire ‘no’ alla violenza sulle donne.
L’evento ha preso il via alle ore 17 in piazza Puccini, in pieno centro. Si tratta della seconda edizione della manifestazione, che ha carattere mondiale.

Lo scorso anno furono un miliardo e di più le persone che presero parte, in tutto il mondo, a “One billion rising”, diventando l’azione collettiva più grande mai fatta al mondo.

Per l’occasione si è svolto un vero e proprio flash mob, una danza sulle note di “Break the chain” (“Spezza la catena”). Lo scorso anno la protesta era contro la violenza maschile sulle donne, per il 2014 il tema è quello della “Giustizia”. Per sconfiggere la violenza sulle donne, infatti, servono norme e leggi concrete e importanti, norme e leggi che non penalizzino le donne.

(blogger lino-526)

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8 marzo 2013

 8 marzo: Non chiamiamola Festa della Donna!

 

Non ci  piacciono le vetrine con le mimose di plastica confezionate sulle scatole di cioccolatini e caramelle.

Non ci piace quando un simbolo diventa merce.

Noi, domani, vorremmo ricordare l’8 marzo con rispetto, il rispetto della Memoria che si deve alle donne discriminate ovunque, in qualunque angolo della Terra.

Vorremmo che l’8 marzo, ma anche tutti i giorni prima e quelli che verranno dopo, servisse a mantenere viva la memoria delle donne, note e meno note, che hanno dato voce alla protesta per sé e per le persone che voce e parole non hanno avuto la forza di trovare.

Vorremmo ricordare ciò che è dentro il nostro passato, ma anche e soprattutto il presente, qui o laggiù, non importa dove.

Vorremmo che l’8 marzo ci aiutasse a ricordare che non si deve tacere la violenza, l’arroganza, l’inganno, la falsità, il potere, l’ingiustizia.

Vorremmo ancora che ogni bambina, ogni ragazza, ogni donna avesse il diritto di poter “scrivere” la propria vita.

Vorremmo che l’8 marzo sapesse dire con forza che le donne non vogliono un mondo di sole donne o solo per donne, ma un mondo che accolga persone che si riconoscono e sanno rispettarsi.

Soprattutto, da domani, l’8 marzo chiamiamolo con il suo vero nome:
Giornata Internazionale dei Diritti della Donna.

Associazione Culturale Pagine e Colori

(articolo di: nicoletta)

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Quante tante donne – Le pari opportunità spiegate ai bambini

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E’ di un bellissimo libro uscito per I Sassolini della Mondadori un paio di anni fa che vogliamo parlare, scritto da Anna Sarfatti con la prefazione di Margherita Hack.

Ci parla delle pari opportunità.

Le bambine giocano con le bambole. I bambini con le costruzioni. Le bambine fanno danza. I bambini giocano a calcio. Chi l’ha deciso ? La parità tra maschi e femmine è un principio sancito dalla Costituzione, eppure ancora oggi è un obiettivo lontano. Le disuguaglianze cominciano a diffondersi quando siamo piccoli, il peggio è che crescono insieme a noi.

Così le donne accudiscono i bambini e gli uomini vanno a lavorare. Le donne fanno le segretarie e gli uomini i presidenti. Ma non tutte, e non a tutti, va bene così.

Ecco un modo per imparare con le rime e i disegni a lottare per i propri sogni, a capire che da grande si può fare la mamma e la casalinga, ma anche la sindaca e l’inventrice o, perchè no, la fotografa di ragnatele e l’accompagnatrice di sirene.

Un libro scritto al femminile, ma rivolto anche ai ragazzi e agli uomini che un giorno diventeranno.

(articolo di: nicoletta)

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