Premio Elsa Morante Ragazzi 2012

E’ con immenso piacere che annunciamo che tra i tre testi vincitori del Premio Elsa Morante Ragazzi 2012 si è imposto:

Nina e i diritti delle donne,

di Cecilia D’Elia, ill. di Rachele Lo Piano – (Sinnos ed.)

Nina e i diritti delle donne.jpg

Il libro lo avevamo recensito qualche mese fa e lo avevamo consigliato a tutte le donne d’Italia, perchè narra attraverso la storia di tre generazioni e la voce della giovane Nina, le conquiste delle donne dal 1946 a oggi.

Per mostrare ai giovani lettori che niente si può dare per scontato e che tanti diritti, che oggi sembrano ovvi, sono in realtà frutto di grandi battaglie che non vanno dimenticate. Soprattutto per non tornare indietro.

La giuria presieduta da Dacia Maraini annuncia i tre vincitori:

Prende il via la sezione del Premio Elsa Morante dedicata alla narrativa per giovani lettori. I tre libri vincitori del Morante Ragazzi 2012 sono: “Giovanna D’Arco, la ragazza dal vestito rosso” di Teresa Buongiorno (Salani Editore); “Un giorno questo dolore ti sarà utile” di Peter Cameron (Adelphi) e “Nina e i diritti delle donne” di Cecilia D’Elia (Sinnos). La giuria presieduta da Dacia Maraini, e composta da Andrea Camilleri, Francesco Cevasco, Vincenzo Colimoro, Maurizio Costanzo, Paolo Ruffini, Emanuele Trevi, Teresa Triscari e Tjuna Notarbartolo (direttore della manifestazione), ha selezionato questi tre titoli tra i quali verrà scelto, da una giuria popolare di studenti delle scuole dell’intero territorio campano, il super-vincitore.

La manifestazione è organizzata dall’Associazione Culturale Premio Elsa Morante in collaborazione con il Comune di Napoli.

(blogger lino-526)

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Diritti : Stop alle mutilazioni genitali femminili !

stop alle mutilazioni genitali.jpgIl 6 febbraio è stata la Giornata Mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, una pratica che oltre 140 milioni di donne nel mondo hanno subito nella loro infanzia. Su questo tema il 12 febbraio, sul programma Area di Servizio di Radio Rai 1, è andata in onda l’intervista di Alba Arcuri ad Alia Sharif Aghil, autrice del Concorso Lingua Madre, che in I ricordi della mia terra, pubblicato nell’antologia Lingua Madre Duemilasei, racconta:
«Un altro rito, che la maggior parte di noi bambine ricorderà per sempre dato che è molto doloroso e crea mutazioni nel nostro corpo (mentre per i maschietti avviene in forma più blanda) si chiama gurò, ed è la discussa pratica della circoncisione.

Io fui fortunata perché quando mi sottoposero a quell’intervento avevo solo pochi mesi, e quindi non ero cosciente del dolore che provavo; neanche ora potrei ricordare che cosa sia successo a me, ma quando ebbi sei o sette anni potei vedere tale rito praticato ad altre bambine. A me capitò l’intervento da neonata perché in quei giorni a casa nostra si celebrava il matrimonio di un mio zio ed era presente la signora della circoncisione; così io e altre due bambine venimmo sottoposte a questa pratica cogliendo l’occasione del festeggiamento di quel matrimonio. Spesso si usava accomunare questi eventi anche per motivi economici. Le cerimonie per la circoncisione potevano avvenire quindi in vari periodi dell’anno: veniva chiamata la signora esperta della pratica che di solito era una donna robusta e ben decisa, spesso la stessa che faceva da levatrice alle partorienti e da accompagnatrice alle neospose durante i primi giorni del matrimonio. Un giorno a casa dei miei parenti vidi la preparazione per il rito della circoncisione: in una stanza venivano preparati una stuoia, delle lenzuola, bacinelle d’acqua, lamette, e degli unguenti da usare come disinfettante; poi con l’aiuto dei famigliari si procedeva all’intervento. Le mamme e le nonne cercavano di blandire le bambine che dovevano essere sottoposte all’intervento con mille promesse di vestiti nuovi, di dolciumi, e spiegando a loro che l’intervento era necessario per entrare nel mondo dei grandi e che rappresentava un importante rito di purificazione. Quando stava per iniziare l’intervento, in casa calava un silenzio inquietante e dopo un po’ si sentivano le urla di pianto delle bambine che facevano tremare le pareti; subito dopo i famigliari e gli amici applaudivano la bambina per la sua bravura ed emettevano il classico suono di festa (alaal), e si finiva con l’offerta di dolci e caffè ai presenti. Le bambine circoncise dovevano rimanere a riposo per un po’ di giorni con le lenzuola avvolte alle gambe, poi venivano coccolate e nutrite con delle buone pappe. Ma in casa continuava ad aleggiare per parecchio tempo tanta paura, e da quel giorno in poi la donna dell’intervento rappresentava il terrore delle bambine.»

(Alia Sharif Aghil, I ricordi della mia terra, in Lingua Madre Duemilasei. Racconti di donne straniere in Italia, Edizioni Seb 27)

Come associazione culturale non possiamo che esprimere lo sdegno che queste pratiche ancora esistano nel nostro pianeta e che rappresentano una violenza contro tutte le donne, perchè i diritti delle donne siano inviolabili e universali.

(blogger lino-526)

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“NINA E I DIRITTI DELLE DONNE ” di CECILIA D’ELIA

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 Perchè le donne siano le protagoniste della nostra società

 

 

“Un libro che ho voluto fortemente, una ribellione contro un’immagine della donna che si sta diffondendo e che cancella tutta una storia di diritti e conquiste”, così l’editrice Della Passarelli ha presentato il libro Nina e i diritti delle donne, edito dalla Sinnos, durante la fiera Più libri Più liberi di Roma.

 

La Sinnos, è una  piccola ma grande casa editrice per ragazzi, da tempo impegnata sul fronte sociale; il libro racconta ai ragazzi la storia dei diritti delle donne attraverso la giovane protagonista, Nina, e le donne della sua famiglia.

Attraverso la voce di Nina e la storia della sua famiglia, il racconto di come è cresciuta l’Italia attraverso l’evoluzione dei costumi, delle donne e della società intera; per mostrare ai giovani lettori e lettrici che niente si può dare per scontato e che tanti diritti, che oggi sembrano ovvi, sono in realtà frutto di grandi battaglie avvenute negli ultimi decenni e che non vanno dimenticate. Soprattutto per non tornare indietro.

Dal 1946 a oggi, si passa attraverso le famiglie patriarcali, il primo voto, la costituzione, il femminismo, l’Otto marzo, senza dimenticare anche le storie di donne che fanno parte della storia italiana, da Tina Anselmi, Franca Viola, a Nilde Iotti.

Autrice del libro è Cecilia D’Elia,  impegnata da qualche anno come assessore alle politiche culturali della provincia di Roma ed autrice di numerosi articoli sulla politica delle donne.

Ad accompagnare la lettura, le illustrazioni di Rachele Lo Piano. 

Dalla prefazione di Mariella  Gramaglia:

” (…) ognuna di noi trae forza da uno scampolo di memoria del passato per dare un significato più grande al suo presente.
(…)
Ti sentirai dire che essere giovani all’inizio del terzo millennio è molto duro. Che troverai lavoro con difficoltà in un mondo in cui la sicurezza economica traballa. C’è del vero naturalmente, ma non è una legge di natura. Dipende da ciascuno di noi scegliere chi ci governa, orientare lo sviluppo e la tutela dei beni comuni, distribuire la ricchezza in modo da evitare le ingiustizie. E dipende dalle ragazze e dalle donne battersi per la propria libertà e per una civiltà che la rispetti.”
 

Pagine importanti, per lettori  dai 10 anni in poi, da leggere in famiglia o suggerire a scuola, perchè aiutino le bambine a costruirsi un percorso che si confronti anche con il passato.

(blogger lino-526)

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